La ricerca

Il progetto Be Safe! Genere, disabilità e violenza durante il lockdown, condotto dall’Università degli Studi di Brescia e dall’Università degli studi di Ferrara e co-finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del bando “FISR 2020 Covid”, nasce dalla constatazione di come la pandemia di Covid-19 – e, in particolare, il lockdown imposto nei primi mesi del 2020 per contenerne l’espansione – abbia fatto emergere in termini generali una questione che, con riferimento alle donne con disabilità, è da sempre estremamente problematica: quella dell’accessibilità dei servizi di assistenza e supporto delle vittime di violenza di genere e di violenza domestica. Anche al di fuori delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, infatti, molti di questi servizi sono difficilmente accessibili, quando non del tutto inaccessibili, per le donne con disabilità, perché sono stati pensati senza tener conto delle possibili specificità delle loro esigenze ed esperienze.

Si è quindi ritenuto importante cogliere l’occasione per richiamare l’attenzione su questo problema, troppo spesso sottovalutato se non del tutto ignorato. E si è scelto di farlo – con un focus geografico per ora limitato a Lombardia ed Emilia Romagna – ascoltando direttamente le voci di donne con disabilità, di associazioni di persone con disabilità e di operatrici dei centri antiviolenza che, con grande generosità e spirito di collaborazione, hanno permesso di individuare, da un lato, molte delle barriere che le donne con disabilità ancora incontrano quando vogliono intraprendere un percorso di uscita dalla violenza e, dall’altro, alcune possibili vie per il superamento di queste barriere.

I risultati della prima fase della ricerca sono confluiti nell'elaborazione di linee guida per la costruzione di protocolli accessibili di assistenza e supporto alle donne con disabilità nel proprio percorso di uscita dalla violenza, fin dal primo contatto con i centri antiviolenza.

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